I tannini: a cosa servono e perché sono indispensabili

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Aprile 20, 2021

La chimica del gusto: a cosa servono i tannini, custodi del sapore e della longevità

I tannini sono tra i composti naturali più discussi, amati e talvolta incompresi, soprattutto nel mondo dell’enologia e della gastronomia. Dietro la sensazione di “allappamento” o astringenza che proviamo bevendo un bicchiere di vino rosso strutturato o una tazza di tè molto forte, si cela una complessa famiglia di molecole vegetali con ruoli cruciali sia in natura che nelle nostre abitudini quotidiane. Servono nella chimica del sapore, della conservazione e persino della salute.

 

Cosa sono i tannini: una difesa molecolare

Chimicamente, i tannini appartengono alla vasta famiglia dei polifenoli, molecole organiche caratterizzate dalla presenza di diversi gruppi idrossilici. Sono prodotti da una miriade di piante – in particolare in foglie, cortecce, semi, radici e frutti non maturi – come meccanismo di difesa naturale. La loro funzione primaria in natura è quella di scoraggiare gli erbivori: il sapore amaro e l’effetto astringente che legano le proteine della saliva sono un chiaro segnale di “non commestibilità”, spingendo gli animali a cercare altrove il loro pasto.

Esistono due macro-categorie principali di tannini:

  1. Tannini Idrolizzabili: Derivati da acidi semplici come l’acido gallico (gallotannini) o ellagico (ellagitannini). Si trovano spesso in frutti come il melograno, nel legno di castagno e di quercia, e sono facilmente scomponibili in acqua e acidi.
  2. Tannini Condensati (o Proantocianidine): Sono polimeri più complessi derivati dai flavonoidi. Sono la forma più diffusa e si trovano abbondantemente nell’uva (soprattutto bucce e semi), nel tè e in diverse bacche.

 

Il ruolo cruciale nell’enologia: struttura e invecchiamento

Nel vino, i tannini sono, in assoluto, i protagonisti della struttura e della longevità, soprattutto nei rossi di pregio. Essi provengono principalmente dalle bucce e dai vinaccioli dell’uva durante il processo di macerazione (il contatto del mosto con le parti solide) e dall’affinamento in botti di legno, in particolare la quercia.

 

Astringenza, non gusto

Contrariamente a quanto si pensa, l’effetto dei tannini in bocca non è un gusto fondamentale (come dolce, salato o amaro), ma una sensazione tattile: l’astringenza. Questa sensazione di secchezza e “allappamento” è causata dalla reazione chimica con le proteine presenti nella saliva, che precipitano, riducendo il potere lubrificante del cavo orale. Un vino con tannini giovani e poco polimerizzati risulterà più “duro” o spigoloso.

 

Longevità e colore

La vera magia dei tannini nel vino risiede nel loro ruolo di conservanti e stabilizzatori.

  • Antiossidanti: I tannini hanno un elevato potere antiossidante, agendo come “spazzini” dell’ossigeno. Questo rallenta i processi ossidativi del vino, consentendogli di evolvere lentamente e in modo controllato, conferendogli un grande potenziale di invecchiamento.
  • Struttura e Colore: I tannini si legano agli antociani (i pigmenti colorati del vino rosso) stabilizzando il colore e contribuendo al “corpo” o alla “trama” del vino. Con il tempo, si uniscono in catene più lunghe; questo li rende meno reattivi con le proteine della saliva, attenuando l’astringenza e rendendo il vino più morbido e vellutato.

 

Tannini nel tè e nella dieta: benefici e cautele

Oltre al vino, il tè è un’altra fonte ricca di tannini. Il tè nero, avendo subito una maggiore ossidazione (fermentazione), è generalmente ne è più ricco rispetto al tè verde o bianco, conferendogli un sapore più robusto e astringente.

Dal punto di vista della salute, i tannini offrono diversi benefici:

  • Proprietà Astringenti e Antinfiammatorie: In medicina popolare e fitoterapia, i tannini sono stati a lungo utilizzati come agenti astringenti per trattare disturbi intestinali, grazie alla loro capacità di creare uno strato protettivo sui tessuti.
  • Antiossidanti: Come tutti i polifenoli, i tannini contribuiscono alla lotta contro i radicali liberi, con potenziali effetti protettivi sul sistema cardiovascolare e sulla salute vascolare (per esempio, migliorando la resistenza capillare).

È importante notare che l’eccessivo consumo di tannini (ad esempio, bevendo molto tè forte a stomaco vuoto) può avere effetti indesiderati, come l’inibizione parziale dell’assorbimento del ferro non-eme (quello di origine vegetale) e di alcune vitamine e proteine. La chiave, come sempre, è l’equilibrio.

 

Utilizzi industriali storici

Il nome stesso “tannino” deriva dalla sua applicazione più antica: il tanning (concia) delle pelli. Sfruttando la capacità dei tannini di legarsi saldamente alle proteine del collagene della pelle grezza, queste molecole trasformano la pelle in cuoio resistente e duraturo, un processo fondamentale per l’umanità fin dall’antichità. Oggi, i tannini estratti da legno di castagno o quercia continuano a essere utilizzati nell’industria della concia per processi naturali e sostenibili.

In conclusione, i tannini sono molto più che semplici composti astringenti: sono molecole multifunzionali che plasmano il nostro mondo, dalla protezione delle piante alla qualità dei grandi vini, fino ai processi chimici che hanno reso possibile lo sviluppo di materiali come il cuoio.