Seduti davanti allo sportello dell’INPS o con la busta paga ormai consultata al telefono, molti pensionati stanno già facendo i conti: la legge di bilancio proposta per il 2026 introduce tagli, proroghe e aumenti che cambiano il profilo delle pensioni in Italia.
La pagina normativa è una mistura di conferme e ritiri: misure storiche come Quota 103 e Opzione donna vengono cancellate, mentre altre vengono prorogate o ritoccate, a volte solo di poco.
In mezzo a questi movimenti spicca un elemento semplice ma concreto: un bonus pensione che vale 20 euro al mese per una platea selezionata. Non si tratta di una novità generalizzata, ma di un intervento mirato che può cambiare la situazione economica di chi ha meno risorse. Un dettaglio che molti sottovalutano è che, dietro alle cifre apparentemente modeste, ci sono scelte politiche che definiscono chi sarà tutelato e chi no.
Le modifiche principali e il bonus da 20 euro
La proposta di manovra che circola negli ambienti istituzionali prevede la cancellazione definitiva di alcune misure introdotte nei passati anni: in particolare Quota 103 e Opzione donna non saranno più utilizzabili. Al contrario, viene prorogata la APE Sociale, misura che interessa categorie di lavoratori fragili e con maggiori difficoltà di accesso al lavoro. Per il 2026 resta invece bloccato l’aumento automatico dell’età pensionabile, una sospensione che dà respiro temporaneo a chi ha già pianificato l’uscita dal lavoro.

Il cosiddetto bonus pensione da 20 euro al mese è pensato per le persone con più di 70 anni e con un reddito basso. Se la misura sarà confermata, l’incremento ammonterebbe a circa 260 euro l’anno. Rientrano tra i beneficiari anche i giovani con disabilità titolari di pensione. Va però subito chiarito: non è un aumento universale e riguarda una platea limitata, decisa secondo criteri di reddito che saranno definiti nei testi ufficiali. Un fenomeno che molti notano solo nei conti di fine mese è la differenza tra un aiuto mirato e un adeguamento generalizzato delle pensioni.
Parallelamente, le pensioni minime cresceranno per effetto dell’adeguamento all’inflazione. Con un tasso stimato intorno al +1,5% per il periodo di riferimento, la misura porterebbe l’importo da 616,67 euro a circa 620,41 euro al mese: meno di 4 euro in termini assoluti, ma comunque superiore all’aumento marginale registrato l’anno precedente. Questo piccolo incremento ha già suscitato disappunto tra chi fatica ad arrivare a fine mese, evidenziando come l’indicizzazione non basti a colmare il gap con il costo della vita.
Età pensionabile, aumenti previsti e chi resta escluso
Il quadro sull’età pensionabile dopo la manovra è più sfaccettato. Per il 2026 si conferma il blocco a 67 anni, ma dal 1° gennaio 2027 è previsto un progressivo innalzamento, distribuito in più step: dal 2027 la pensione di vecchiaia sarà a 67 anni e un mese; nel 2028 a 67 anni e tre mesi; nel 2029 a 67 anni e cinque mesi. Anche i requisiti per la pensione anticipata subiranno adeguamenti: si parte dai 42 anni e 11 mesi di contribuzione nel 2027, per arrivare a 43 anni e tre mesi nel 2029.
Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che queste variazioni non colpiscono in egual misura tutti i lavoratori: restano esentati dall’aumento coloro che svolgono attività dichiarate gravose o usuranti, dove è riconosciuta una maggior usura fisica e mentale. Le proposte di maggiore flessibilità precedenti alla manovra — tra cui un’ipotesi di uscita a 62 anni con l’utilizzo del TFR — non hanno trovato spazio nella versione finale, lasciando invariate le possibilità concrete per chi sperava in un anticipo generalizzato.
In termini pratici, il Governo ha deciso di mantenere le misure vigenti per il 2026 e di eliminare alcune opzioni sperimentali: questa scelta ridisegna il percorso per molti lavoratori e impone riflessioni sui tempi di uscita. Per chi gestisce il bilancio familiare, la combinazione di piccoli incrementi automatici e bonus mirati significa dover pianificare diversamente le spese: la fila allo sportello postale o il calcolo della spesa settimanale restano immagini quotidiane di una trasformazione che tocca milioni di persone in Italia.
