I borghi dentro il Gran Paradiso che non vedi mai su Instagram (e che ti restano nel cuore)

I borghi dentro il Gran Paradiso che non vedi mai su Instagram (e che ti restano nel cuore) - greenwine.it

Lorenzo Fogli

Ottobre 31, 2025

Un territorio che unisce due regioni e conserva una biodiversità rara, con vette oltre i 4.000 metri e villaggi alpini pieni di storia.

Nel cuore delle Alpi occidentali, tra il Piemonte e la Valle d’Aosta, si estende il Parco Nazionale Gran Paradiso, un’area protetta che per tanti rappresenta l’essenza della montagna italiana. È uno dei parchi più antichi del Paese, istituito per salvaguardare lo stambecco, simbolo assoluto della fauna alpina. La sua posizione lo rende facilmente raggiungibile anche in giornata dalle grandi città. Da Torino basta poco più di un’ora in auto. Milano, Genova, Aosta: tutti collegamenti rapidi che avvicinano questo patrimonio naturale a migliaia di visitatori ogni settimana. Le cime superano i quattromila metri, tra cui spicca proprio il Gran Paradiso, vetta elegante da 4.061 metri. Laghi alpini, cascate, foreste fitte e vallate scolpite da ghiacciai raccontano una natura che qui appare ancora autentica. Si arriva per respirare aria fresca, per camminare, per osservare animali selvatici che non temono l’uomo, già, perché qui la montagna domina e gli esseri umani sono solo ospiti.

Paesaggi e luoghi simbolo da scoprire: vallate, fauna e scenari che cambiano volto a ogni stagione

Chi entra nel parco nota subito la varietà degli ambienti. Le valli piacciono ai camminatori per la presenza di sentieri che si snodano tra boschi di larici, prati che in estate esplodono di fiori e torrenti che in primavera portano con sé lo scioglimento delle nevi. La Val d’Orco e la Val Soana, sul versante piemontese, mostrano un lato più nascosto, a tratti ruvido, fatto di silenzi e panorami improvvisi dietro una curva. Dalla parte valdostana, la zona di Cogne apre scenari da cartolina, un fondovalle ampio dove le cime appaiono vicinissime come quinte teatrali. Con un po’ di attenzione può capitare di incontrare camosci, marmotte che si affacciano da una tana o stormi di rapaci che sfruttano le correnti ascensionali.

Tra i posti che i viaggiatori raggiungono spesso c’è il Lago di Ceresole, placido d’estate con l’acqua che riflette il verde delle montagne, severo d’inverno quando si copre di ghiaccio. A pochi chilometri da Cogne si trovano le Cascate di Lillaz, tre salti d’acqua che superano i 150 metri. Il rumore, quando la portata è forte, vibra nelle rocce, e il percorso che costeggia le cascate regala un contatto diretto con la potenza della natura. A Valnontey si visita il Giardino Botanico Alpino Paradisia, un angolo dove la biodiversità si osserva da vicino, tra varietà floreali che resistono a quote estreme.

Le stagioni cambiano il volto del parco, quasi fosse un attore che indossa costumi nuovi. D’estate i colori si moltiplicano e le giornate invitano a escursioni brevi o impegnative. In primavera gli animali scendono verso valle. L’autunno dipinge le foglie di giallo e arancio, un contrasto bellissimo con le cime già innevate. E l’inverno chiude tutto in un silenzio ovattato, trasformando i sentieri in piste per sci di fondo o percorsi per le ciaspole. Vicino alle piste, i paesi del parco accendono camini e luci che rompono il bianco della neve, un quadro che resta facilmente nella memoria di chi lo osserva.

Le comunità locali offrono ospitalità e raccontano la loro identità attraverso il cibo. Fonduta valdostana, carbonada, zuppe calde e dolci come le tegole alle nocciole parlano della storia di questo territorio di confine. Ogni tavola diventa un modo per conoscere la montagna, con ingredienti selezionati e sapori forti. Vivere anche solo pochi giorni qui significa rallentare il ritmo e ritrovare uno spazio che altrove sembra scomparso.

Borghi, vita locale e l’esperienza di una natura che detta le regole nel parco del Gran Paradiso

La presenza dell’uomo in queste terre mantiene un equilibrio delicato. I borghi dentro e attorno al parco conservano architetture antiche, stradine strette, pietra viva che resiste al tempo. Cogne è il più noto: punto di partenza per escursioni, capitale dello sci nordico e luogo dove le cascate gelate diventano pareti da scalare. Le persone si incontrano nelle piazze, nei piccoli caffè, tra le botteghe dell’artigianato. Valsavarenche appare più silenziosa e raccolta, perfetta per chi cerca una montagna senza frenesia. Da qui partono itinerari che portano vicini ai ghiacciai. Rhêmes-Notre-Dame è ancora più isolata, immersa nella quiete, ideale per un giorno di pausa totale dalle città.

L’inverno porta sciatori e amanti della neve. A Cogne, chilometri di piste da fondo attraversano boschi e radure. Chi preferisce lo sci alpino trova impianti adatti alle famiglie e scenari sempre aperti verso le cime. I più esperti si spingono in luoghi ripidi, anche con ciaspolate e scialpinismo. In estate la vita torna sui sentieri. Camminare tra i 1.200 e i 3.000 metri significa cambiare ambiente a ogni passo, eppure seguire una logica semplice: più si sale, più la natura comanda.

Raggiungere il parco è semplice. Da Torino la strada si arrampica verso le valli piemontesi, passando tra i paesi che segnano l’ingresso nell’area protetta. Dal lato valdostano, l’autostrada fino ad Aosta permette poi di continuare verso le località di quota, anche con mezzi pubblici. Chi arriva qui spesso racconta la stessa sensazione: sentirsi piccoli, ma parte di un ecosistema grandissimo. Non è solo un viaggio, è un incontro con qualcosa che resta uguale da secoli. Il Gran Paradiso custodisce un’eredità naturale che ti guarda dall’alto e ti ricorda quanto la montagna sappia essere vera, a volte dura, sempre sincera.